Pietro fondatore e presidente dell’Istituto Italiano di Permacultura ci spiega facendocelo vedere,come si fa il the’ areato di compost. Questo preparato e’ un biostimolante. Cioe’ uno stimolatore della vita delle piante tramite la moltiplicazione dei microrganismi aerobici del suolo. permaculturaitalia.net
Questi di seguito sono le foto dei microrganismi trovati in questo the’ fatto nel video. Erano presenti anche i flagellati ma non e’ stato possibile fotografarli in questo caso.
Sopra: Amebe
Sopra: Testae Amaeba
Sopra: Nematode che si nutre di batteri
Sopra: Nematode
Sopra: Foto con due nematodi
Sopra: Batteri con un ciliato al centro
Il metodo Bonfils per i cereali
by Pietro Zucchetti 16/06/2016 agricoltura naturale Fukuoka Marc Bonfils PermaculturaSopra: Questo era il prato pieno di farinello prima dell’intervento
di policultura agroforestale con i cereali alla Marc Bonfils.
Che cos’e’ il metodo Bonfils
Il metodo di Marc Bonfils si basa sul metodo di Masanobu Fukuoka, per coltivare il riso nel secco (in campo asciutto con un’allagamento una volta all’anno per soli 7 giorni e non nelle risaie allagate), in mezzo al trifoglio bianco (Trifolium Repens).
Questo metodo, consiste nel seminare solo 5 semi di grano antico per metro quadro in mezzo al trifoglio bianco, subito dopo la raccolta del grano. Quindi avremo piante di grano che avranno piu’ spazio per crescere e quindi faranno molte spighe, fino a 100-150 per pianta. Risparmiando moltissimi semi. Inoltre seminando d’estate le piante di grano (farro) avranno piu’ tempo per sviluppare un forte apparato radicale e sopravviveranno all’inverno sotto la neve meglio.
Inoltre non ci sara’ bisogno di arature antecedenti la semina.
Per referenza vi rimandiamo su http://www.agriculturesnetwork.org/magazines/global/monocultures-towards-sustainability/how-to-grow-winter-wheat-the-fukuoka-bonfils
I suoli e la permacultura
by Pietro Zucchetti 25/05/2016 Permacultura principi di permacultura suoloQuesti sono una serie di video girati durante le sessioni sul suolo sull’Etna per il corso di 72 ore in design di permacultura. Un grazie particolare al cameramen Nadir Zitti Cardenas.
Design di permacultura di Valle Libera
by Pietro Zucchetti 26/04/2016 istituto italiano di permacultura Permacultura principi di permaculturaA Dicembre del 2015 siamo stati contattati dai residenti di Valle Libera a Ficulle (TR) in Umbria per fare un corso che formasse i residenti al design e gestione in permacultura.
La nostra risposta fu: “Facciamo un corso!” dove formazione,progettazione reale e realizzazione si uniscono all’unisono per dare piu’ raccolti come: Acquisizione delle capacita’ di design,formazione su vari argomenti come la gestione dell’acqua,suolo e sistemi di piante,accoglienza degli studenti che finanziano con il costo del corso il design e la realizzazione dello stesso,realizzazione del progetto di base di permacultura,divulgazione della creazione del progetto,punto di attrazione in Umbria per chi e’ interessato alla permacultura e attivita’ correlate,lancio della comunita’ di Valle Libera.
Valle Libera e’ un podere di 20 ettari che Dario ha comprato per farlo gestire a ragazzi che vogliono vivere vicino alla natura lavorando la terra,facendo accoglienza e formazione dopo la prematura morte della figlia Julia. Infatti questo corso e la realizzazione sono anche in memoria di Julia.
La struttura del corso e’ stata quella di fare un design di permacultura di un’ettaro in tre giorni (per applicare uno dei principi di permacultura “Scala appropriata” si inizia dal piccolo e dalla massimizzazione energetica) per poi realizzare gli elementi base (piu’ importanti per il numero delle connessioni che hanno) che andranno a supportare gli altri elementi.
Il design
Sopra: Il P.A.S.S.E. per l’osservazione del territorio.
Sopra: Il P.A.S.S.E. per l’osservazione del cliente
Sopra: E’ stata fatta un’analisi S.W.O.C. per determinare se i sistemi
per gli animali erano possibili realizzarli da subito o aspettare momenti
migliori dove ci sara’ piu’ esperienza da parte del cliente nel gestire animali.
Sopra: La rete delle connessioni per stabilire il piano di realizzazione.
Sopra: Un P.M.I. per posizionare la cupola geodetica
Sopra: La mappa delle zone in permacultura
Sopra: La mappa dei settori
Sopra: Una mappa mentale di come i principi di permacultura
sono applicati nel design.
Sopra: La mappa delle opere per la gestione dell’acqua da
realizzare e gli accessi.
Sopra: Come le etiche della permacultura sono applicate nel design
Sopra: Lista dei costi in tempo e denaro con il piano annuale
di manutenzione.
Sopra: Piano finale del design con gli elementi piu’ importanti
posizionati.
GUIDA AI CORSI DI PERMACULTURA
by Pietro Zucchetti 25/04/2016 corsi di permacultura istituto italiano di permacultura PermaculturaCosa è e come scegliere un corso di permacultura
Prima di iscriverti a un corso di permacultura è importante sapere in base a quali standard è possibile giudicarne il valore formativo. Come in ogni campo, infatti, ci sono corsi più o meno buoni, tenuti da trainer più o meno qualificati. Come orientarsi dunque, visto che in Italia, in questo momento le proposte formative nel campo della permacultura stanno proliferando?
Ecologia del suolo
by Pietro Zucchetti 07/03/2016 ecologia Permacultura principi di permacultura suoloPietro Zucchetti presenta un’introduzione all’ecologia del suolo rispondendo alla domanda “La cattiva gestione del suolo puo’ far fallire una civilizzazione?”
Campagna iscrizioni 2016
by Pietro Zucchetti 17/01/2016 corsi di permacultura libri permacultura Permacultura permacultura italia principi di permaculturaSono aperte le iscrizioni all’Istituto Italiano di Permacultura,supportate la ricerca,l’informazione,l’educazione,la sperimentazione sul campo in permacultura.
Abbiamo bisogno del vostro supporto per essere veramente indipendenti ed autosufficienti.
Iscrivendovi beneficerete di servizi unici in permacultura che non potete avere da nessun’altra parte in Italia.
Diventare nativi dei nostri posti
by Wes Jackson 15/01/2016 corsi di permacultura istituto italiano di permacultura libro permacultura nativi americani Permacultura tribale tribudi Wes Jackson
Traduzione di Pietro Zucchetti
Estratto dal libro : “Becoming native to this place” di Wes Jackson
Sembrerebbe una caratteristica della vita che irrespettivamente del livello di organizzazione, lo stato della giovinezza sia caratterizzato da un’eccesso
di energia potenziale e da una inefficenza nell’usare questa energia.
Questo sembrerebbe essere vero sia dei primi stadi di un’ecosistema che di una giovane persona. Ma abbiamo anche considerato che un’eccesso di energia potenziale puo’ generare una condizione giovanile. La rivoluzione industriale ha accellerato veramente il passo dopo la seconda guerra mondiale. Fu soltanto dopo la guerra che diventammo veramente una societa’ affluente. La grande depressione e poi la guerra contribuirono a farci diventare persone disciplinate ma soltanto dopo la guerra,la crescita economica e le invenzioni decollarono veramente. Iniziammo a credere che il conforto e la sicurezza erano le soluzioni alla condizione umana.
Ma cosa ci ha portato questo eccesso di energia ?, oltre il benessere materiale,ci ha portato una diminuzione di maturita’. La nostra cultura e’ come una macchina del tempo che va all’indietro. Gli exit poll nazionali frequentemente mostrano che quando i problemi sono inquadrati come domande di valore, il pubblico dara’,quello che per me, e’ una risposta responsabile. Poi pero’ votano in un’altro modo. Questo lo abbiamo visto durante gli anni di Reagan e Bush. L’ambiente ottiene un valore molto alto perche’ e’ la risposta giusta ma la gente vuole che il governo lo migliori senza aumentare le tasse o senza avere una discussione nazionale sull’abolizione dell’uso della macchina. E’ riminescente di un bambino che da’ la risposta che i genitori vogliono e poi fa quello che vuole.
Questo non e’ quello che Madison ed i padri fondatori si aspettavano. Loro credevano che la maturita’ del giudizio delle persone si espandesse.
Preoccupati della corruzione, assunsero che eventualmente il nostro giudizio poteva allargarsi,diventare piu’ diverso e quindi piu’ stabile.
Invece, siamo andati dalla parte opposta. Siamo diventati una cultura piu’ giovanile. Siamo diventati una cultura infantile del “ me, me, me ” con un raggio di attenzione di quindici secondi. Il villaggio globale che la televisione ci prometteva e’ diventato un parco giochi piu’ che un villaggio.
Preferiamo spettegolare sulla vita sessuale del presidente Clinton che parlare dei problemi veri. E cosi’ solo pochi problemi vengono risolti. Noi sembriamo soddisfatti di divulgare il termine vago “Ambiente” senza discutere la nostra relazione con la natura. La distruzione della natura selvaggia non e’ neanche una considerazione secondaria. La distruzione della comunita’ e’ difficilmente menzionata. La distruzione delle nostre comunita’ agricole non e’ notata o si fa pochissimo. Le deprivazioni dilaganti se non universali ai bambini sono discusse meno dell’economia.
Quasi tutti i suggerimenti per il cambiamento sono dismessi. Noi educhiamo i bambini a fare gli esami. Assumiamo che un’educazione organizzata meglio e’ una buona educazione. Ma quali sono i contenuti?
Gli insegnanti non sanno neanche da dove iniziare a discutere sulla responsabilita’ della comunita’. Pochi tentativi sono fatti per tramandare la nostra cultura ereditata e la nostra morale,le nostre tradizioni religiose sono negate, eccetto che negli argomenti dei valori familiari.
Nelle nostre universita’ ci sono buone ragioni per credere che la dichiarazione d’indipendenza non sarebbe passata dai professori universitari se fosse votata oggi. Non come coloro che hanno firmato quel documento, la maggioranza dei luminari di oggi sono molto meno servitori del popolo. Una parte necessaria della nostra intelligenza e’ a rischio man mano che la nostra tradizione orale viene meno.
C’era un giorno quando su tutta la nostra terra era comune raccontare storie ,un’esercizio molto importante, per una storia essere raccontata piu’ volte vuol dire che la storia e’ riesaminata sempre piu’ a livelli differenti di crescita intellettuale ed emozionale. La storia di Huck Finn letta alle medie e’ diversa da Huck Finn letto al liceo o all’universita’ o come genitore o come nonna. Questo e’ vero per ogni storia. Ma le notizie mostrate in televisione appaiono una volta sola, non come le storie della tradizione orale con i vari livelli di significato.
Intere comunita’ sono piu’ accessibili al mondo di quanto sono accessibili ai loro membri. Questo e’ nella nostra natura?
E’ sempre piu’ facile pensare ad un modo migliore per produrre cibo o ad un prodotto da commerciare invece che pensare a come evitare di sprecarli. Noi scartiamo, credo, largamente per la nostra condizione decaduta. Noi usiamo l’intelligenza umana per ottenere dalla terra una varieta’ di tecnologie che a loro volta producono piu’ tecnologie e quindi piu’ cose. In agricoltura, sovraccarichiamo di energia il paesaggio oltrepassando il controllo della natura. Facciamo cio’ in base all’abbondante evidenza della distruzione dei nostri habitat per la nostra “accessibilita’ non voluta” al mondo. Dovrei spiegare la mia interpretazione di questa frase.
Qualche anno fa sull’ultima pagina della rivista “LIFE” ho visto una fotografia memorabile di un’indigeno della Nuova Guinea che fissava un’aeroplano parcheggiato in uno spiazzo nella giungla. La didascalia faceva notare il tentativo del governo indonesiano di portare i “Selvaggi” nell’economia monetaria. Un banco era stato montato sul bordo della giungla per vendere birre,soda, e scarpe da tennis. Possiamo immaginare che cosa possa essere accaduto ai membri della tribu’, quale sia stato il costo dei loro “Peccati”, la loro “Caduta”, dovrebbe essere stato denti cariati, anzieta’ in un sistema basato sul denaro , distruzione della loro struttura sociale. Se loro erano come, i cosi’ chiamati popoli primitivi da noi conosciuti, allora pur avendo una struttura gerarchica,la loro societa’ era comunque piu’ egalitaria di qualsiasi societa’ industrializzata di oggi.
Non come Adamo ed Eva, gli indigeni della Nuova Guinea non ricevettero nessun comandamento esplicito di evitare i prodotti della civilizzazione.
Loro accettarono semplicemente, non volontariamente, la professata accessibilita’ alla birra, bibite alla soda ed alle scarpe da tennis. Nella genesi,il peccato primario coinvolgeva la disobbedienza, un’esercizio di liberta’ di scelta. Nella nostra versione moderna del non – paradiso, il “Peccato originale” e’ la nostra accettazione non voluta delle cose materiali del mondo. Percepisco questo come la minaccia piu’ grande al nostro pianeta ed alla nostra abilita’ di accettare la natura come limite.
Sopra: Ragazze Navaho dei nostri giorni
In “Beyond the hundredth meridian” (1953) Wallace Stegner descrive la rottura della cultura nativa americana:
“Comunque con simpatia o con sentimento un bianco americano guarda al nativo americano,la cultura industriale era certa di erodere la cultura tribale come liscivia. L’attitudine di ognuno puo’ variare,ma i fatti continuarono irrespettivamente. Cosa distrusse i nativi americani non fu’ l’avidita’ politica, la necessita’ di terre o il potere militare,non i germi o il rum dell’uomo bianco. Cosa li distrusse furono i prodotti fabbricati di una cultura,il ferro e l’acciaio,armi,aghi medici,vestiti di lana,cose che una volta possedute non se ne puo’ fare a meno. Non fu la comunita’ dei nativi a fallire ma fu la continuita’ di diverse culture tribali. Queste oggi esistono solamente sparse in riserve frammentate e degenerate in mezzo a popoli notevolmente resistenti come i Pueblo ed i Navaho dell’ultima nazione indiana. Qui’ ciò che le ha fatte resistere di più delle altre tribu’ e’ stata l’aridità,la difficoltà dei loro territori in relazione alla tipologia dei territori di cui i bianchi avevano bisogno per sviluppare i propri insediamenti, la casualita’ dell’isolamento dovuto a ragioni ambientali e la stabilita’ delle loro istitutzioni.
Anche qui’ un danzatore Hopi con i gusci di tartarughe ai polpacci e le collane di turchese al collo e una tunica di tessuti tradizionali intorno al bacino potrebbe usare come un’amuleto un’orologio platinato o una medaglia con un cuore viola vinta in una battaglia con l’uomo bianco.
Anche qui’ nella Monument Valley,dove nemmeno un Navaho su dieci parla inglese,dove le squaw raggruppano le pecore e le fanno passare attraverso campi di atriplex e di ericameria nauseosa,indossando stivali da cavallerizza bianchi e marroni ed occhiali da sole come a Hollywood oppure raggrupparsi sotto ad un ginepro per fare pettegolezzi e masticare gomme americane. La liscivia corrode ancora le culture resistenti.”
Questa realta’ delle cose che una volta possedute non se ne puo’ fare a meno, e’ cosi’ potente che occupa il nostro inconscio. Ma comunque sappiamo che la natura, con le parole di Milton:” Fornisce solo le cose buone che vivono in accordo con le sue leggi.
Il documentario in italiano che spiega la permacultura attraverso le parole di noti permaculturisti che rappresentano la permacultura internazionalmente,durante la convergenza internazionale IPCUK 2015 tenutasi a Londra.